La Fiera delle armi Hit Show ha mostrato anche quest’anno il suo vero volto: un’operazione ideologica e politica per incentivare la diffusione delle armi nel nostro Paese

Brescia, lunedì 12 febbraio 2018

L’edizione che si conclude oggi a Vicenza della fiera delle armi HIT Show ha mostrato nei fatti una grave anomalia che il nostro Osservatorio ha evidenziato fin dalla prima edizione: senza una precisa definizione della sua mission e in mancanza di un rigoroso regolamento, il salone fieristico HIT Show si configura come un’operazione ideologico-culturale a favore delle politiche che intendono incentivare la diffusione delle armi in Italia.

Non è un caso, quindi, che nei giorni scorsi HIT Show abbia offerto la passerella a diversi esponenti del centrodestra in vista delle prossime elezioni politiche: la fiera ha, infatti, invitato ed accolto Matteo Salvini, Roberto Calderoli, Anna Cinzia Bonfrisco e Francesco Bruzzone, tutti candidati della Lega alle prossime elezioni politiche, e Sergio Berlato e Maria Cristina Caretta, candidati per Fratelli d’Italia.

E’ pertanto gravissima la responsabilità delle Amministrazioni comunali e provinciali di Vicenza e di Rimini che, nel loro insieme, sono i maggiori soci azionisti pubblici (vedasi allegato) di Italian Exhibition Group (IEG), la società nata nel 2016 dalla fusione tra Rimini Fiere e Fiera di Vicenza, che con ANPAM, (Associazione nazionale produttori di armi e munizioni) promuove la manifestazione fieristica HIT Show. I sindaci di Vicenza e di Rimini, Achille Variati e Andrea Gnassi, che sono anche i presidenti delle rispettive Province, nonostante l’impegno assunto nei rispettivi Consigli Comunali a definire, prima dell’odierna edizione, un nuovo regolamento della manifestazione fieristica, si sono accontentati delle rassicurazioni ricevute via lettera dal presidente di IEG, Lorenzo Cagnoni. Nessuna modifica è stata infatti apportata al Regolamento di HIT Show e l’unica novità introdotta sono stati dei cartelloni che in fiera avvisavano che «è espressamente vietato ai minori di maneggiare armi e munizioni esposte. Gli accompagnatori dei minori si rendono personalmente responsabili della vigilanza sugli stessi».

Una Mozione, approvata all’unanimità in Consiglio Comunale a Vicenza lo scorso 21 settembre e citata in un’interrogazione in Consiglio Comunale a Rimini lo scorso 7 dicembre, impegnava invece le due Amministrazione comunali, in ragione della loro partecipazione azionaria in Italian Exhibition Group (IEG), «ad esercitare la sua preziosa moral suasion nei confronti degli organizzatori di HIT Show, perché si arrivi al più presto e, comunque, prima della prossima edizione (cioè quella in corso, ndr) a definire un nuovo regolamento che riguardi sia i visitatori che gli espositori della manifestazione fieristica». Nonostante questo impegno, come detto, non è stata apportata alcuna modifica al Regolamento del Visitatore di HIT Show.

La mozione approvata, recependo le istanze da noi segnalate, rileva infatti che «HIT Show si caratterizza per essere l’unica manifestazione fieristica nei paesi dell’Unione Europea in cui vengono esposte tutte le tipologie di armi (per la difesa personale, per il tiro sportivo, per le attività venatorie, per collezionismo, repliche di armi antiche), escluse quelle definite “da guerra”, alla quale è permesso l’accesso a tutti, minori compresi, invece che ai soli operatori di settore». Proprio in questo si manifesta un primo e fondamentale aspetto dell’operazione ideologico-culturale messa in atti da HIT Show: esporre in un unico salone fieristico armi che per caratteristiche e tipologie sono destinate all’utilizzo da parte di utenti titolari di licenze diverse come se si trattasse di prodotti simili e in qualche modo equiparabili e, contemporaneamente, permettere l’accesso al pubblico in generale, minori compresi, è una chiara iniziativa per promuovere la diffusione e l’accesso alle armi nel nostro Paese. Una notevole differenza rispetto, ad esempio, al maggiore salone europeo “IWA Outdoor Classic” di Norimberga dove, seppur siano esposte le stesse tipologie di armi di Vicenza, l’accesso è permesso solo agli operatori professionali accreditati ed è esplicitamente vietato l’ingresso «ai cacciatori, tiratori, membri di associazioni di caccia e tiro e tutte le persone che non operano a livello professionale nel settore armiero e ai minori di 18 anni».

Non solo. Tra le associazioni e comitati ospitati in fiera ve ne sono stati anche quest’anno alcuni che esplicitamente rivendicano la “difesa dei diritti dei detentori legali di armi”. Innanzitutto il nostro ordinamento non riconosce alcun particolare “diritto” ai legali detentori di armi: la detenzione e il porto d’armi sono infatti delle licenze, e non dei diritti, rilasciati dalle autorità competenti solo alle persone ritenute idonee e i legali detentori di armi sono titolari dei medesimi diritti e doveri di ogni altro cittadino. Ma c’è di più: sono proprio questi comitati ad avere il diretto sostegno di Anpam (Associazione nazionale produttori di armi e munizioni) che, insieme a Italian Exhibition Group (IEG), è uno dei promotori di HIT Show. Anpam, Assoarmieri e Conarmi, cioè l’intero comparto produttivo (Beretta, Fiocchi, Tanfoglio ecc.) e distributivo armiero italiano, sostengono pubblicamente la campagna di tesseramento a questi comitati, tesseramento che si è tenuto in fiera. Anche in questo HIT Show mostra di essere un’operazione ideologico-culturale che non ha niente a che fare con una fiera espositiva e merceologica.

Pensare di ridurre il problema di HIT Show alla questione, pur rilevante, dell’ingresso dei minori è una grave sottovalutazione: come hanno dimostrato sia gli “eventi culturali” tenutisi in fiera senza alcun confronto democratico e pluralista, sia l’invito e la partecipazione dei rappresentanti di una sola parte del mondo politico, HIT Show è chiaramente un’operazione ideologico-culturale per incentivare la diffusione delle armi nel nostro paese e per favorire le rappresentanze politiche che sostengono questa istanza.

La responsabilità delle Amministrazioni pubbliche di Vicenza e di Rimini nel non aver provveduto in questi anni ad esercitare il ruolo che, in qualità di maggiori azionisti pubblici, compete loro per chiarificare la natura della manifestazione fieristica ed implementare un regolamento per i visitatori e sulle armi esposte è notevole e non può essere sottaciuta.

L’Osservatorio OPAL di Brescia è comunque disponibile a continuare l’interlocuzione con le suddette Amministrazioni perché si arrivi a superare l’anomalia che HIT Show rappresenta nel panorama delle fiere di “armi comuni” che si tengono nei paesi dell’Unione europea e per definire in un preciso e rigoroso Regolamento per gli espositori e per i visitatori l’assunzione di responsabilità etica e sociale della manifestazione fieristica HIT Show.

 

DOCUMENTI:

Riguardo al salone fieristico HIT Show si vedano i seguenti Comunicati Stampa di OPAL Brescia e Rete italiana per il Disarmo:

PER CONTATTI STAMPA:

Giorgio Beretta – email: berettagiorgio@gmail.com – Cellulare: 338-3041742 (Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e di Difesa – OPAL)

Piergiulio Biatta – email: piergiulio.biatta@gmail.com – Cellulare: 338-8684212 (Presidente Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e di Difesa)

 

L’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) di Brescia è un’associazione Onlus attiva dal 2004, promossa da diverse realtà dell’associazionismo bresciano e nazionale (Collegio Missioni Africane dei Missionari Comboniani, Commissione Giustizia e Pace della Diocesi di Brescia, Associazione per l’Ambasciata della Democrazia Locale di Zavidovici, Camera del Lavoro Territoriale di Brescia “CDLT”, Pax Christi, Centro Saveriano Animazione Missionaria dei Missionari Saveriani, Servizio Volontario Internazionale) e da singoli aderenti, per diffondere la cultura della pace ed offrire alla società civile informazioni di carattere scientifico circa la produzione e il commercio delle “armi leggere” con approfondimenti sull’attività legislativa di settore. Membro della Rete Italiana per il Disarmo, l’Osservatorio, ha promosso a Brescia diversi convegni, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali ed ha pubblicato sei annuari di cui l’ultimo dal titolo “Commerci di armi, proposte di pace. Ricerca, attualità e memoria per il controllo degli armamenti”, Editrice GAM, 2014 nel quale sono presenti due ampi studi sulla produzione e esportazione di armi italiane e bresciane. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito: www.opalbrescia.org.

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