Bombe italiane ai sauditi, ecco il contratto segreto

Alessia Grossi – Fonte: © Il Fatto Quotidiano
06 dicembre 2018

SARDEGNA La Rwm si vuole espandere

SPY STORY Gira un film sul reporter ucciso Khashoggi, indaga Sean Penn. Prima era accusato di essere pagato dai governi di sinistra, ora dai Fratelli Musulmani. Il due volte pre- mio Oscar Sean Penn veste di nuovo i panni dell’attivi- sta e vola in Turchia a girare un documentario sull’uccisione di Jamal Khashoggi. E nei Paesi arabi si apre il dibattito: sarà vera passione per gli ultimi, per le ingiustizie del mondo, oppure l’ex di Madonna si offre profumatamente per la causa del momento?

L’Arabia Saudita è al centro delle polemiche per l’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi. La Germania ha fermato l’export degli armamenti ai sauditi e anche Norvegia, Finlandia e Danimarca ne hanno richiesto la sospensione. Ma la vendita di armi continua attraverso le filiali all’estero. In Germania Rheinmetall, uno dei colossi della produzione di armamenti, esporta verso l’Arabia Saudita, attraverso la succursale italiana Rwm, con sede a Domusnovas in Sardegna. Esiste un contratto riservato, con data 29 novembre 2012 tra la Rwm Italia e la Raytheon Systems inglese, per un ordine di 63,2 milioni di euro di forniture, in cui è citato il contratto madre tra Raytheon e il ministero della Di- fesa dell’Arabia Saudita. Il contratto svela il gioco di Germania, Inghilterra, Italia e Stati Uniti, in un intreccio di rapporti commerciali costruito per fare in modo che tutti siano colpevoli ma nessuno lo sembri.

Giorgio Beretta di Opal Brescia (Osservatorio permanente sulle armi leggere) calcola:“La fabbrica di armi ha una produzione massima di 50 milioni di euro all’anno, pertanto ogni nuovo ordine si protrae certamente per più anni”. Tra il 2016 e il 2017 ci sono state commesse all’Arabia per un totale di oltre 460 milioni: ser- virebbero quindi almeno 9 an- ni per evaderli tutti. Le bombe sono della serie Mk 83, 59,9 milioni di euro sono per le bombe che contengono esplo- sivo, mentre 2,5 milioni di euro sono per le bombe inerti. L’in- vio delle prime 3950 è previsto entro 24 mesi dalla data di i- nizio del contratto.

PER IL MOMENTO l’export italiano non si ferma. Anzi, a Iglesias, Comune adiacente al sito della fabbrica, il 9 novembre il Suap (Sportello unico per le attività produttive) del Comune ha approvato l’ampliamento del sito produttivo della fabbrica per due nuovi reparti grazie ai quali la produzione passerà da 5000 a 15000 bombe all’anno. È invece bloccata in fase istruttoria presso la regione Sardegna l’autorizzazione per la costruzione di un nuovo campo per i test… leggi tutto l’articolo nei PDF seguenti

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