Armi: la crisi questa sconosciuta


Giorgio Beretta – Fonte: ©Atlante delle guerre
23 aprile 2020

Un settore industriale italiano guarda con ottimismo al futuro. E’ quello della produzione di armamenti grazie a  una manna che si chiama Stati Uniti

In un momento in cui, nelle celebrazioni per il 25 aprile e nel percorso verso la Marcia Perugia-Assisi, molte componenti della società civile italiana – a cominciare da Rete Disarmo* – richiamano l’appello a riconvertire la spesa militare in spesa pubblica per la salute e l’occupazione, dopo l’articolo di Carlo Tombola sul comparto industriale armiero italiano pubblichiamo questo estratto da un lungo contributo di Giorgio Beretta – che al lavoro di OPAL si richiama – per Unimondo, dove si può leggere integralmente l’originale

C’è un settore che guarda con ottimismo al futuro. E’ quello della produzione di “armi comuni”: revolver, pistole, carabine, fucili da caccia, ma anche snipers per tiratori scelti, fucili a pompa per corpi di sicurezza e fucili semiautomatici, i più usati nelle stragi in USA.

Lo ha fatto capire chiaramente il direttore generale della Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, Carlo Ferlito. «Ero molto più preoccupato quando abbiamo chiuso perché avevo paura di essere molto asincrono nei confronti dell’estero» – ma – ha aggiunto – per quanto riguarda il lockdown delle attività aziendali, i Paesi esteri «si sono avvicinati molto a noi, ad una settimana o due di distanza e questo ci fa ben sperare che quando ripartiremo, ripartiremo tutti assieme». Del resto, come ha spiegato Ferlito, le attività nella storica azienda di armi di Gardone Valtrompia non si sono mai del tutto fermate e, grazie al Decreto governativo del 22 marzo scorso che ha permesso di continuare la produzione nelle  industrie collegate al settore della difesa, la Beretta è già «pronta a ripartire».

I segnali che provengono dai mercati internazionali fanno, appunto, «ben sperare». In particolare gli Stati Uniti dove il diffondersi dell’epidemia ha visto un vero e proprio assalto alle armerie per fare incetta di armi: ne sono state vendute oltre 2 milioni in due settimane, scaffali ripuliti. La National Rifle Association (NRA), la lobby americana delle armi, non ha mancato di citare in giudizio il governatore della California, il democratico Gavin Newsom, reo di avere definito come “non essenziali” i negozi che vendevano armi. Potere delle armi. E dei soldi…