Armi alla Turchia: i contratti e le forniture sotto la lente

Luca Rondi – Fonte: © Altreconomia
16 ottobre 2019

Il governo italiano ha annunciato un decreto per bloccare le nuove licenze all’esportazione ad Ankara e condurre un’istruttoria sui contratti già stipulati. Chi dovrebbe condurla e come? Il ruolo decisivo dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (UAMA)

La competenza sull’esito dell’istruttoria sarà duplice. “Riferendoci a quali armi potrebbero venire utilizzate nel Nord-Est siriano nei confronti delle popolazioni curde -spiega Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal)- serve un controllo da parte del ministero della Difesa e degli Esteri, con un’eventuale valutazione dell’intelligence in aggiunta. Per capirci, se gli elicotteri AugustaT-129 possono essere utilizzati sia per attacchi aria-aria sia per attacchi terra-aria, nel caso specifico avrebbero le potenzialità per essere utilizzati e quindi la licenza che prevede la fornitura di pezzi di ricambio per questi elicotteri andrebbe bloccata”.
A monte di questa valutazione, un ruolo fondamentale è giocato dall’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (UAMA), istituita nel 2012 per garantire l’applicazione della normativa italiana in materia di esportazione e importazione di materiali d’armamento. “Ogni esportazione di materiali d’armamento deve ottenere l’autorizzazione dell’Uama -continua Beretta-. Per questo motivo, questa unità è l’unica ad avere un quadro completo della situazione, conoscendo tutte le licenze presenti e passate poste in essere da aziende italiane e soprattutto i relativi Paesi di destinazione di ogni fornitura”….leggi tutto l’articolo