Armi all’Egitto, lo sporco affare militare tra Roma e il Cairo

Riccardo Carraro – Fonte: © Dinamopress
12 giugno 2020

Secondo la Rete Disarmo, sarebbe imminente la vendita di ingenti forniture militari da parte del Governo italiano alle forze armate dell’Egitto. Un’operazione in completo spregio delle norme, che andrebbe ad armare un paese in conflitto oltre che a calpestare la memoria di Giulio Regeni. Un’intervista a Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (OPAL) e della Rete italiana per il disarmo

La rete disarmo ha denunciato manovre per una partita di armi verso l’Egitto, ci puoi dire concretamente di cosa si tratta?

È il nuovo “affare militare” in trattativa tra Roma e il Cairo. Un maxi-contratto, che è già stato definito “la commessa del secolo”. Comprende due fregate multiruolo Fremm originariamente destinate alla Marina miliare italiana (la Spartaco Schergat e la Emilio Bianchi del valore di 1,2 miliardi di euro) e altre quattro fregate, 20 pattugliatori (che potrebbero essere costruiti nei cantieri egiziani), 24 caccia multiruolo Eurofighter e altrettanti aerei addestratori M346.

Questa scelta è in piena continuità con altre scelte in materia di difesa da parte di questo governo, basti pensare alle industrie di armamenti operative durante la pandemia Covid-19.  Che valutazione date rispetto a questo specifico aspetto, per questo governo che si vantava di essere il governo della “discontinuità”?

Finora di discontinuità se n’è vista poca. Non solo, come ho appena detto, sono proseguite le autorizzazioni all’esportazione a Paesi in zone di conflitto, ma sono state aumentate anche le spese militari. Come riporta un dettagliato studio dell’Osservatorio Milex, la spesa militare previsionale 2020 ha registrato un aumento di oltre 1,5 miliardi di euro pari a oltre il 6% in più su base annua, sia per la crescita diretta del bilancio proprio del Ministero della Difesa sia per il mantenimento di alti livelli di spesa di natura militare anche su altri Dicasteri. Continua a essere in crescita la quota di investimento per nuovi sistemi d’arma del Ministero per lo Sviluppo Economico (ormai arrivata a quasi tre miliardi) ma è soprattutto la decisa risalita degli investimenti per armi allocati sul bilancio della Difesa (circa 2,8 miliardi con un +40% rispetto al 2019) a portare i fondi a disposizione per acquisti di nuove armi a un livello record di quasi 6 miliardi. A tutto questo si aggiunga l’annuncio, nel bel mezzo della pandemia da Covid-19, dell’acquisto di due nuovi sommergibili U-212 per la Marina Militare. Dov’è la discontinuità?…