Armi italiane: la produzione non si ferma

Redazione – Fonte: © Atlante guerre
01 aprile 2020

Il Governo concede ai produttori di armamenti di decidere autonomamente quali produzioni tenere aperte e quali no. La denuncia della società civile

Una posizione che trova la ferma opposizione dei maggiori network della società civile italiana dalla Rete italiana per il Disarmo alla Rete della Pace, dalla Campagna Sbilanciamoci alla Tavola della pace. “Stupisce e rammarica – commenta Giorgio Beretta dell’Osservatorio Opal – che il governo non abbia invitato le aziende a partecipazione statale del gruppo Leonardo e Fincantieri a convertire immediatamente almeno una parte della propria attività per produrre quegli apparecchi medici e sanitari di cui c’è urgente bisogno e che la Protezione Civile sta cercando per mezzo mondo”. Leonardo, rileva ancora il ricercatore e analista di Opal, si è limitata a fornire “due aerei da trasporto (un C-27J ed un ATR-72) con propri equipaggi e tre elicotteri (due AW139 e un AW189) a sostegno della Protezione Civile e a fornire l’utilizzo delle proprie stampanti 3D negli stabilimenti di Grottaglie e La Spezia per produrre valvole per respiratori”. Non molto per un’azienda considerata “strategica” dal governo, che ha un fatturato di oltre 12 miliardi di euro e che impiega quasi 30mila addetti.