Armi vietate ai sauditi. Ma i vertici della Difesa non se ne sono accorti e discutono di cooperazione con l’Arabia

Carmine Gazzanni – Fonte: © La Notizia
02 luglio 2019

Neanche una settimana fa una battaglia politica e civile che andava avanti da oltre 3 anni, è giunta a un risultato a tratti storico: il Parlamento ha approvato la mozione per chiedere al Governo di sospendere le esportazioni di “bombe e missili” verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, “finché non ci saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen”. Un passo importante, come dichiarato da diversi esponenti della maggioranza.

Eppure la risoluzione approvata, presentata da M5S e Lega, potrebbe rivelarsi, per certi versi, alquanto lacunosa. “Menzionando solo ‘bombe e missili’ – evidenzia Piergiulio Biatta, presidente dell’Osservatorio sulle armi Opal – i partiti al Governo fanno chiaramente capire che non intendono mettere in discussione le forniture belliche di Leonardo e Fincantieri e nemmeno le esportazioni di armi leggere ai sauditi”.

“L’anno scorso, per la prima volta dal 1990 – sottolinea non a caso Giorgio Beretta, analista dell’Opal – il Governo Conte ha autorizzato all’azienda Beretta l’esportazione di ‘armi leggere’ di una certa consistenza alla monarchia saudita. Si tratta, con ogni probabilità di un ampio arsenale di armi per un valore complessivo di quasi 3 milioni di euro”. Armi che, continua Beretta, “oltre che nel conflitto in Yemen, possono essere utilizzate a scopi di repressione interna”. Scenari non proprio confortanti, che potrebbero avverarsi nonostante il voto “storico” in Parlamento…. leggi tutto l’articolo