Difesa e sanità, due modelli da rivedere

Giorgio Beretta – Fonte: ©Rivista “Il Mulino”
30 aprile 2020

Che il nostro Paese non fosse preparato a fronteggiare questa emergenza sanitaria è ormai evidente. Come noto, per sopperire alle mancanze del sistema sanitario e della Protezione Civile è stato chiesto l’intervento delle Forze Armate. Sistema della difesa e sistema sanitario sono accomunati da due rilevanti caratteristiche: entrambi sono chiamati a tutelare dei diritti fondamentali dei cittadini italiani (sicurezza e salute) e, pertanto, devono essere in grado di rispondere alle emergenze che costituiscono una parte essenziale della loro attività. Un confronto tra questi due sistemi può essere fatto esaminando quattro ambiti: produzione, controllo, investimenti e pianificazione.

Una analisi dei dati tra la produzione militare e quella medico-sanitaria fa emergere innanzitutto un primo elemento: mentre l’Italia produce gran parte dei sistemi militari necessari alla Difesa tanto da poter essere sostanzialmente autosufficiente, è invece ampiamente dipendente dall’estero per quanto riguarda diverse tipologie di apparecchiature medico-sanitarie. I dati ufficiali degli ultimi tre anni mostrano infatti un saldo ampiamente positivo per le esportazioni di sistemi militari (2,5 miliardi di euro di esportazioni annuali a fronte di 500 milioni di importazioni) e positivo anche per gli apparecchi medico-sanitari (7,4 miliardi di euro di esportazioni annuali a fronte di 7 miliardi di importazioni), ma con un’evidente dipendenza dall’estero per le apparecchiature mediche.

In entrambi gli ambiti si registra un forte sbilanciamento sul versante dell’esportazione. Ma, anche a questo riguardo emerge una sostanziale differenza: mentre le esportazioni di sistemi militari comportano il grave rischio del sostegno militare a governi di Paesi illiberali, spesso coinvolti in conflitti armati in violazione del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali (più del 60% dell’esportazione militare italiana è diretta a Paesi extra Nato-Ue, in gran parte nell’area mediorientale), le esportazioni di tipo medico-sanitario servono a curare la popolazione. Non tutelare adeguatamente la produzione medico-sanitaria e incentivare – come da alcuni anni stanno facendo i governi del nostro Paese – le esportazioni di armamenti non solo non favorisce lo sviluppo sostenibile, ma rischia di compromettere gravemente la sicurezza internazionale e il benessere delle popolazioni…

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