Kazakhstan. «È stato tentato golpe armato» con «interferenze esterne». E tace sulla protesta sociale
Da 24 ore i social network hanno ripreso a funzionare in Kazakhstan e questo significa che le autorità considerano chiusa la rivolta costata la vita a più di 160 persone nella sola Almaty. «L’obiettivo era ovvio», ha detto il presidente, Kassym-Jomart Tokayev, nell’ultimo messaggio alla nazione: «Insidiare l’ordine costituzionale, distruggere le istituzioni e arrivare al potere».
INSOMMA, NELLE STRADE di Almaty si è assistito la scorsa settimana a «un tentato golpe», per usare le parole di Tokayev. Sulla regia dei disordini Tokayev non si è espresso in modo esplicito, ma gli arresti compiuti fra i vertici dei servizi segreti, a cominciare da quello dell’alto papavero Karim Massimov, portano al clan dell’ex presidente, Nursultan Nazarbayev: la sua epoca, cominciata nel 1991 con l’indipendenza del Kazakhstan dall’Urss, appare oggi conclusa. Sino a poche settimane fa il Kazakistan era considerato un modello fra le ex repubbliche sovietiche. […]