La «Bahri Yanbu» si prepara a caricare armi anche a Genova?

Brescia – Fonte: © Direttivo Opal
19 maggio 2019

Comunicato Stampa

La possibilità che il cargo saudita «Bahri Yanbu» carichi anche nel porto di Genova armamenti tecnicamente sofisticati diretti in Arabia Saudita rimane elevata.

OPAL ha seguito la vicenda della nave saudita su sollecitazione della rete internazionale che si è mobilitata a sostegno delle associazioni in campo a Le Havre, dove la «Bahri Yanbu» avrebbe dovuto imbarcare 8 cannoni modello Caesar da 155 mm di fabbricazione francese, simili a quelli già impiegati contro la popolazione civile yemenita.

Com’è noto, la nave saudita ha dovuto “saltare” Le Havre per la protesta congiunta delle organizzazioni dei diritti umani e dei dockers, ripresa da alcuni esponenti politici. Si è quindi diretta a Santander, dove – secondo le dichiarazioni delle autorità portuali e nonostante gli esposti alla magistratura presentati dalle associazioni spagnole – avrebbe caricato armi e munizioni solo destinate a un’esposizione negli Emirati Arabi Uniti.

Quindi la «Bahri Yanbu» si è diretta verso Genova, dove è attesa entro poche ore.

Dalle immagini fotografiche diffuse dal sito della cronaca genovese de «la Repubblica», sul molo di Ponte Eritrea (terminal Steinweg-GMT) sono in attesa alcuni imballi di grandi dimensioni, apparentemente shelter per generatori elettrici fabbricati dalla TEKNEL Srl di Roma. Come hanno affermato l’agenzia Delta (Gastaldi) che gestisce la nave, la prefettura e la Capitaneria genovese, non si tratta di materiale classificato “militare”.

Tuttavia facciamo notare che :

– la TEKNEL ha richiesto e ottenuto nel 2018 un’autorizzazione all’esportazione per un controvalore complessivo di € 7.829.780, riguardante 18 gruppi elettrogeni su trailer, dotati di palo telescopico per illuminazione, che alimentano 18 shelter per comunicazione, comando e controllo, e relative parti di ricambio; ciascuno di questi shelter è in grado di gestire UAV (droni), comunicazioni e centri di comando aereo e terrestre, come si evince dal sito stesso dell’azienda romana (http://www.teknel.eu/). Questo materiale militare è stato venduto all’Arabia Saudita e le consegne, cominciate nel 2018, sono ancora in corso;

– le stive della «Bahri Yanbu» contengono sicuramente materiale militare destinato all’Arabia Saudita, caricato a Sunny Point, USA (il maggiore terminal militare del mondo), ad Anversa, Belgio (dove secondo le ong locali ha caricato 6 container di munizioni) e anche a Santander, e non si può escludere che altro materiale militare sia stato imbarcato a Tilbury, UK, e Bremerhaven, Germania, porti toccati dalla nave nella prima settimana di maggio;

– non è escluso che altro materiale militare possa giungere a Genova nelle prossime ore, per essere in extremis imbarcato nell’ultimo scalo europeo previsto dalla schedule listdella nave.

Ricordiamo che  l’Italia aderisce al Trattato sul commercio delle armi (ATT) che impone a tutti i paesi coinvolti nel trasferimento di attrezzature militari (cioè anche nel transito e nel transhipment) verso paesi coinvolti in conflitti armati di verificare (art. 6.3) se le armi trasferite possano essere impiegate per commettere crimini di guerra o violazioni dei diritti umani.

Numerosi giornalisti investigativi ed esperti indipendenti, anche per conto delle Nazioni Unite, hanno constatato negli scorsi mesi che anche armi di fabbricazione italiana sono state impiegate contro la popolazione civile in Yemen. Una esaustiva rassegna stampa è disponibile sui siti di Rete Disarmo (www.disarmo.org/), Unimondo (www.unimondo.org) e OPAL (alla pagina dedicata https://www.opalbrescia.org/wp_ob/category/conflitto-in-yemen/).

Per contatti stampa:

– Piergiulio Biatta(Presidente OPAL) Email:piergiulio.biatta@gmail.com- Cellulare: 338/868.4212

– Carlo Tombola  (Direttore OPAL) – Email: carlo.tombola@gmail.com- Cellulare: 349-6751366

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