Legittima difesa. Avvocati: “Si teme la rincorsa alle armi e l’aumento dei reati”

Sempre più vicina la riforma della legittima difesa. Ieri alla Camera i Sì sono stati 373, con la spinta del centrodestra, sempre più compatto, e il Movimento 5 stelle spaccato. La prossima tappa è il Senato tra due settimane, il 26 di marzo. Nel mezzo, i dubbi su una legge che rischia di alimentare la “corsa alle armi” e l’idea della possibile “giustizia fai da te” impunita. Una riforma che potrebbe mettere non poche insidie all’interno di un sistema legislativo che già funziona e che ha già una normativa proporzionata a tutela e a garanzia della vittima e dell’aggressore.

Giorgio Beretta dell’Opal, Osservatorio permanente sulle armi leggere e sulle politiche di sicurezza e difesa, ha fornito alcuni dati: “Gran parte delle persone oggi detiene armi in casa con una licenza per uso sportivo, molto facile da ottenere. Ma chi ha queste licenze ma non ha nessuna intenzione di praticare sport: su 580mila persone, sono al massimo 150mila quelle che praticano attività ludica. Tutti gli altri hanno armi per usarle in casa”.

“Il problema – spiega Beretta – è che la nuova norma riconosce sempre il rapporto di proporzione quando una persona, a fronte di un pericolo attuale e di un’offesa, reagisce a una possibile intrusione. Una persona quindi è legittimata a respingere un possibile intrusore con un’arma legalmente detenuta. Ma mentre si allargano le norme sulla legittima difesa, ritenendo sempre legittima questa proporzione, dall’altra parte non si restringono quelle sulla detenzione di armi“. Uno dei rischi, quindi, è che le persone “acquistino sempre di più armi”.

Ci sono poi gli operatori giudiziari, e sono proprio loro –  gli avvocati, per esempio – a temere che con questa riforma passi in realtà una percezione sbagliata. “Il punto è che ci deve essere un’aggressione, non basta trovarsi il ladro in casa per invocare la legittima difesa. Se c’è un fatto di sangue, ci dovrà essere un’indagine e un processo”. Lo spiega Luigi De Fatico, avvocato penalista di Aiga Bologna, associazione italiana giovani avvocati: “Questa norma ha cambiato poco, se non la percezione che il cittadino ha della legittima difesa. Come se si fosse creata una zona franca in casa, dove il cittadino quando entra un ladro può commettere qualsiasi reato. Così come è stata pubblicizzata questa legge sembra che non ci siano più i processi. Non è così. Vivo nel terrore di questo. Ho paura che ci sia una rincorsa alle armi che possa sfociare sempre di più in reati“.