
Il Festival della Pace di Brescia propone anche quest’anno iniziative di grande interesse e significato per la costruzione della cultura della pace e della nonviolenza, del dialogo, della diplomazia, del disarmo e del ripudio della guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali.
In questo contesto la presenza in una serata del giornalista Maurizio Molinari per promuovere, attraverso un’intervista, il suo ultimo libro solleva diversi interrogativi.
Nei mesi scorsi Molinari ha esternato accuse infamanti e infondate nei confronti della Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, con un attacco personale dal linguaggio violento e denigratorio (qui il video; qui il resoconto). A seguito di questi fatti, lo scorso settembre il Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti del Lazio ha decretato una “censura” nei confronti di Molinari “per violazioni della deontologia professionale”.
Inoltre, Molinari ha affermato, in relazione a ciò che è successo a Gaza, che parlare di pulizia etnica e di genocidio significa sostenere una “bugia” che genera odio e che “non ha alcun fondamento fattuale”. Al riguardo va invece ricordato che lo scorso settembre la presidente della Commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, Navi Pillay, presentando il rapporto della Commissione al Consiglio di Sicurezza ha dichiarato: “Siamo giunti alla conclusione che dall’ottobre 2023 a Gaza si sta verificando un genocidio e che la responsabilità ricade sullo Stato di Israele”.
Infine, in una recente trasmissione televisiva Molinari ha detto che se la Global Sumud Flottila – una cinquantina di barche pacifiche e disarmate – fosse entrata in “acque internazionali” di una “zona di guerra” avrebbe “innescato un conflitto”.
Dedicare un’intera serata a Molinari – peraltro l’unica in tutto il programma a non essere presentata da nessuno degli enti e delle associazioni che fanno parte dell’organizzazione del Festival – senza nemmeno un contraddittorio, lede gravemente lo spirito e l’indirizzo del Festival della Pace. La costruzione di una cultura della pace richiede, oltre ad un linguaggio non lesivo della dignità di ogni uomo e ogni donna, anche un metodo che renda fecondo e corretto il dialogo, nonché il confronto tra differenti punti di vista. In questa situazione, e ne siamo fortemente rammaricati, ciò non è accaduto.
Per questi motivi, abbiamo voluto esprimere la nostra dissociazione dalla serata che intende ospitare il giornalista Maurizio Molinari.
Piergiulio Biatta
(Presidente di O.P.A.L.)
Nella foto il giornalista Maurizio Molinari – Fonte: Wikipedia