Regeni, Zaki e le armi all’Egitto: la domanda scomoda che nessuno ha fatto al presidente Conte

Umberto De Giovannelli – Fonte: ©Globalist
30 dicembre 2020

Si sono sprecate le domande su una possibile crisi di Governo, sulle manovre di palazzo, c’è chi ha tirato fuori la Libia e anche l’Etiopia. Ma…

La domanda che Globalist avrebbe voluto porre al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è quella che avrebbero fatto le associazioni per i diritti umani, le organizzazioni pacifiste, la famiglia di Giulio Regeni e quella di Patrick Zaki. A suggerirla è uno degli infaticabili animatori della Rete Italiana Pace e Disarmo, Giorgio Beretta

…Lo scorso febbraio, durante l’audizione nella Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uccisione d Giulio Regeni, la segretaria generale della Farnesina, Elisabetta Belloni, ha confermato che Uama (l’autorità nazionale per il rilascio delle autorizzazioni all’esportazione di sistemi militari) ha autorizzato le principali aziende italiane del settore degli armamenti (Leonardo ex Finmeccanica e Fincantieri) alle trattative con l’Egitto per quello che è chiamato il “contratto del secolo”: un contratto tra i 9 e gli 11 milioni per la fornitura all’Egiito di consistente pacchetto di sistemi militari tra cui altre 4 fregate militari, 20 pattugliatori (che potrebbero essere costruiti nei cantieri egiziani), 24 caccia multiruolo Eurofighter e altrettanti aerei addestratori M346. Un contratto, il maggiore mai rilasciato dall’Italia dal dopoguerra, che farebbe dell’Egitto il principale acquirente di sistemi militari italiani. Lei può confermare che le trattive per questo contratto sono tuttora in essere? Sono state vincolate a precisi passi in avanti da parte delle autorità egiziane per fare luce sull’uccisone di Giulio Regeni?”…

Questa è la domanda che è stata suggerita in rete ma che nessuno di coloro che hanno potuto interloquire con il premier, ha scelto di porre.

…Su questo ha qualcosa da dire, presidente Conte? E lei, signor Ministro degli Esteri? Quando avrete la dignità, il coraggio è chiedere troppo, di richiamare l’ambasciatore italiano e convocare quello egiziano? E lo stop alla vendita di armi a chi ha elevato la provocazione a regola dei rapporti bilaterali? Fino a quando durerà la vostra genuflessione all’autocrate del Cairo?