Servire “a casa” il dominio globale: le armi bresciane

Carlo Tombola – Fonte: © Gli Asini
Articolo pubblicato sul n° 52, giugno 2018, della rivista mensile «Gli asini», pp. 7-10.

Carlo Tombola (coordinatore scientifico OPAL) ha preso spunto dal testo per la relazione al Convegno antimilitarista dal titolo «Per un futuro senza eserciti», svoltosi a Milano il 16 giugno 2018.

Della stretta connessione con il potere politico l’industria degli armamenti ha un bisogno vitale. Questo vale anche per la storica specializzazione bresciana nella fabbricazione di armi leggere, e tanto più per le attività produttive legate ai grandi sistemi d’arma che si sono insediate attorno a Brescia. E vale reciprocamente, perché le scelte governative in campo militare ingrossano i fatturati delle aziende, e per sostenere le aziende del “sistema difesa” italiano i governi intessono relazioni internazionali ad alto livello con possibili compratori esteri, spesso anch’essi governativi.

Tutto ebbe origine da una vocazione industriale – la fabbricazione di armi da fuoco – innestata sul vecchio tronco della siderurgia prealpina e poi sviluppata grazie all’abilità degli operai meccanici delle valli bresciane e al sostegno degli ordinativi pubblici per le forze armate. Ne è uscito un piccolo distretto manifatturiero specializzato in fucili e pistole, localizzato tra Brescia e la bassa Val Trompia, con un’ottima propensione all’export, ma che dopo gli anni Novanta si è ristrutturato e concentrato attorno al gruppo Beretta, l’unico ad avere una dimensione medio-grande.

Tuttavia, oggi il radicamento di Beretta nel territorio ha ragioni “culturali” (in senso lato) piuttosto che di opportunità economica. Nel complesso, iI profilo del gruppo è fortemente internazionalizzato, multinazionale. Su un giro d’affari consolidato vicino ai 700 milioni di euro, nell’esercizio 2016 il 56% è stato conseguito sul mercato nordamericano, il 6% in Italia, il 25% in Europa, il 13,4% nel resto del mondo. Alla holding fanno capo ventinove aziende, otto negli Stati Uniti, quattro in Italia, undici in Europa, le rimanenti in Russia, Turchia, Cina, Australia e Nuova Zelanda, con circa tremila dipendenti complessivi. La cassaforte del gruppo UPIFRA S.A. ha sede in Lussemburgo ed è totalmente nelle mani della famiglia Gussalli Beretta.

A Gardone Val Trompia restano la gestione del gruppo, la ricerca e sviluppo e il principale sito produttivo, in tutto 825 dipendenti di cui 580 operai, dalle mani e dalle competenze dei quali dipende gran parte della qualità delle armi Beretta: non a caso si tratta di maestranze e tecnici con età media piuttosto alta (circa 46 anni) e lunga anzianità aziendale (19 anni)…leggi tutto l’articolo nel PDF

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