Viaggio nell’Italia delle armi “legalmente detenute”

Fonte: © Radio Onda d’Urto

Affrontiamo il tema delle armi in Italia, correlato ai femminicidi, partendo dall’ultimo saggio di Giorgio Beretta dal titolo “Il Paese delle armi. Falsi miti, zone grigie e lobby nell’Italia armata”

Lo facciamo analizzando alcuni dati oggettivi: tre sono stati i femminicidi dall’inizio del 2023 che sono avvenuti con armi da fuoco detenute legalmente. Il più lampante il femminicidio avvenuto a Roma, dove Costantino Bonaiuti ha ucciso con una pistola (detenuta legamente) l’avvocatessa Martina Scialdone, che aveva deciso di chiudere la loro relazione. Bonaiuti aveva una licenza per uso sportivo e un arsenale, perchè una persona con “difficoltà mentali” può detenere legalmente armi in Italia.

Il tasso di femminicidi in Italia in «ambito affettivo» da parte del partner è inoltre più alto tra chi detiene un’arma legalmente. Un esempio è il caso di inizio 2023 a Genova, dove una guardia giurata di 32 anni, Andrea Incorvaia, ha ucciso con la pistola di ordinanza la fidanzata 23enne, Giulia Donato e poi si è tolto la vita sparandosi.

Ma quante persone detengono armi in Italia (legalmente o illegalmente)? Come si fa a ottenere il porto d’armi? Quali sono le zone grigie e i vuoti normativi? Approfondiamo il tema con Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia.

Ascolta tutta l’intervista sul sito di Radio Onda d’Urto