Draghi si prepara alla guerra con droni, missili e fiera bellica

di Giorgio Beretta – Fonte: © Osservatorio Diritti
1 ottobre 2021

Il governo di unità nazionale di Mario Draghi lancia la nuova corsa al riarmo dell’Italia. Una strategia che passa per droni, missili e la fiera Seafuture 2021. Senza che il parlamento prenda posizione.

Mario Draghi getta la maschera. E, senza troppi giri di parole, rivela cosa si nasconde sotto l’aplomb istituzionale del governo di “salvezza nazionale”: la nuova corsa al riarmo dell’Italia. «Ci dobbiamo dotare – ha detto Draghi nella conferenza stampa del 29 settembre – di una difesa molto più significativa e bisognerà spendere molto di più nella difesa di quanto fatto finora, perché le coperture internazionali di cui eravamo certi si sono dimostrate meno interessate nei confronti dell’Europa». Parole che, non serve dirlo, lasciano poco spazio alle interpretazioni.

Armare i droni Reaper

Del resto i segnali si erano già visti nelle scorse settimane quando fonti di stampa hanno fatto trapelare la notizia degli stanziamenti per armare i droni Reaper (falciatore) in dotazione al 32° Stormo di Amendola di Foggia. Il Documento Programmatico Pluriennale 2021-2013 prevede infatti un investimento di 168 milioni di euro, con una prima tranche di 59 milioni distribuiti in 7 anni, per «adeguamento del payload MQ-9», dove MQ-9 è la sigla che indica i droni Reaper e payload è il tecnicismo che nasconde la vera natura del “carico utile” (payload): i missili aria-terra Agm Hellfire, le bombe a guida laser GBU-12 Paveway o, in alternativa, le bombe a guida Gps CPU 38 Jdam.

«In questo modo – ha commentato con una nota Rete italiana pace e disarmo – i droni italiani verranno trasformati da strumenti di sorveglianza e rilevamento a sistemi da utilizzarsi direttamente in conflitto»: detto più semplicemente, da meri ricognitori a veri bombardieri. «Si tratta – continua la nota della rete pacifista – di un sistema d’arma che…

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