Licenza di uccidere

di Marianna Malpaga – Fonte: © Vita Trentina
26 settembre 2021

Secondo l’Opal, nel 2020 un femminicidio su quattro è stato perpetrato con un’arma legalmente detenuta

Un femminicidio su quattro, nel 2020, è stato commesso con armi regolarmente detenute. “Un dato impressionante, perché solo un italiano su dieci tra la popolazione adulta possiede un’arma in casa”, spiega Giorgio Beretta, ricercatore e analista dell’Opal, l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e di Difesa di Brescia, che ogni anno dal 2017 pubblica un database online nel quale vengono riportati tutti gli omicidi e i femminicidi compiuti con “armi legali”. Un servizio importante, perché i rapporti del Viminale non specificano l’arma usata nei femminicidi e, anche quando le statistiche riportano lo strumento degli omicidi, non chiariscono se l’arma usata è di provenienza illegale o se invece era regolarmente detenuta.

“Con il nostro lavoro cerchiamo di offrire informazioni per valutare la pericolosità delle armi nelle case degli italiani”, specifica Beretta. “Le licenze per armi, secondo i dati del Viminale, si aggirano attorno a un milione e trecentomila”, spiega il ricercatore. “Questi dati però non tengono conto dei cosiddetti nulla osta, un tipo di licenza che permette a una persona di comprare un’arma con il permesso della questura e di tenerla in casa per difesa abitativa. Se sommiamo anche i nulla osta alle licenze dei dati ufficiali, le stime salgono a 4 milioni, meno di un decimo della popolazione adulta italiana”.

Ventitré dei novantatré femminicidi riportati dal blog del Corriere della Sera “La ventisettesima ora” nel 2020 sono stati commessi con un’arma legalmente detenuta. Anche l’attualità parla chiaro….

Leggi tutto l’articolo nell’allegato di Vita Trentina
Foto: © Vita Trentina