L’Italia vende armi a Israele: ecco cosa c’entriamo col conflitto israelo-palestinese

Giorgio Beretta – Fonte: © Osservatorio Diritti

Armi automatiche, bombe, razzi e missili, veicoli terrestri, aeromobili e poi ancora munizioni, strumenti per la direzione del tiro, apparecchi specializzati per l’addestramento e per la simulazione di scenari militari. C’è un ampio campionario dell’arsenale bellico negli oltre 90 milioni di euro di forniture di sistemi militari dall’Italia a Israele degli ultimi sei anni (2015-2020).

Spiccano soprattutto quei 17,5 milioni di euro di autorizzazioni rilasciate nel 2019 nella categoria militare ML2 che comprende «bocche da fuoco, obici, cannoni, mortai, armi anticarro, lanciaproiettili e lanciafiamme militari»: quale tra questi è impossibile saperlo, vista la poca trasparenza delle Relazioni governative riguardo agli specifici tipi di materiali forniti ad ogni Paese.

Sono comunque armamenti prodotti da una delle aziende del gruppo a controllo statale Leonardo (ex Finmeccanica), che fa la parte del leone nell’export di sistemi militari allo Stato di Israele: tra le altre aziende italiane che forniscono materiali militari al Misrad HaBitakhon, il ministero della Difesa di Israele, figurano anche Ase Aerospace, CABI Cattaneo, Fimac, Forgital, Leat, Mecaer, MES, OMA Officine, Sicamb, Teckne.

Italia-Israele, «eccellente cooperazione tecnico-militare»

Nel contempo l’Italia ha acquistato dalle aziende israeliane materiali e sistemi militari per circa 150 milioni di euro. Un giro di affari di cui il ministro della Difesa, Lorenzo Gueriniincontrando lo scorso dicembre in visita ufficiale in Israele il suo omologo alla Difesa Benny Gantz e il primo ministro Benjamin Netanyahu, ha sottolineato «l’eccellente livello di cooperazione tecnico militare ed industriale» auspicandone  finanche  «l’ulteriore rafforzamento».

Guerini ha inoltre sostenuto che «le profonde radici storiche che caratterizzano i rapporti bilaterali tra Italia e Israele sono un riferimento costante della politica internazionale nell’ambito del nostro contributo alla stabilità nel Medioriente» (sic!).

Non solo: con Netanyahu, Guerini ha ribadito la volontà, condivisa dalla controparte, «di sviluppare ulteriormente gli ambiti di cooperazione nel settore specifico della Difesa, una collaborazione che contribuisce sia alla rispettiva sicurezza dei paesi che a ulteriori positive ricadute in termini industriali»….

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Foto: Aermacchi M-346 dell’Israeli Air Force a Hatzerim – Foto: Oren Rozen (via Wikimedia)