“Porto d’armi”, le rotte degli armamenti

Inchiesta sull’export degli armamenti, tre video con le interviste anche a
Carlo Tombola di WW e OPAL 

Pietro Adami – Fonte: © TGR – Liguria
30 maggio 2022

Nella prima puntata dell’inchiesta, il passaggio attraverso le banchine, raccontato da Ong e camalli

Da otto anni un gruppo di camalli genovesi accompagna con scioperi e manifestazioni il passaggio di navi saudite nel porto cittadino. Navi che trasportano armamenti.

Nella prima puntata dell’inchiesta Porto d’armi la Tgr ricostruisce il transito davanti alle banchine del capoluogo ligure. Carri armati, elicotteri, missili e container pieni di esplosivi: il tema non è solo etico. I lavoratori del porto denunciano anche grossi rischi per la sicurezza: la presenza di esplosivi in un porto civile senza adeguate misure di prevenzione e sicurezza può potenzialmente causare una strage, come l’esplosione nel porto di Beirut dell’agosto 2020. Le azioni antimilitariste da Genova hanno ottenuto attenzione internazionale, fino a trovare sponde impensabili, come l’appoggio di Papa Francesco.

Nel servizio le interviste a Josè Nivoi, Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali, a Carlo Tombola, presidente Weapon Watch e a Mario Paolo Sami, delegato Usb vigili del fuoco

Porto d’armi, alla Spezia aumenta il transito di armamenti

Pietro Adami – Fonte: © TGR – Liguria
31 maggio 2022

Nella seconda puntata dell’inchiesta la Tgr racconta la fase espansiva dell’export di armamenti nel golfo dei Poeti.
Da due anni al porto della Spezia si assiste a una nuova tendenza: è tornato a crescere l’export di armi. Non è certo un’eccezione. Nel 2021 il governo italiano ha autorizzato l’esportazione di materiale bellico per un totale di 4,6 miliardi di euro in uscita. Nella seconda puntata dell’inchiesta Porto d’armi la Tgr racconta questa fase espansiva, testimoniata dalle recenti notizie di cronaca. Come il ritorno del transito delle navi saudite, dopo tre anni di assenza. Ma anche dall’ultima nave-cargo sequestrata a causa di molte irregolarità a Dakar, in Senegal, a inizio gennaio, dopo essere transitata per il porto spezzino: a bordo munizioni di un’azienda italiana. Intanto negli ultimi anni la convivenza tra l’arsenale militare e la città è diventata più complicata.

Nel servizio le interviste a Mario Sommariva, presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, a Carlo Tombola, presidente di Weapon Watch, e a Lorenzo Pavoni, associazione Murati Vivi

 

“Porto d’armi”, le zone grigie della legge sul transito di armamenti

Pietro Adami – Fonte: © TGR – Liguria
01 giugno 2022

Nella terza puntata dell’inchiesta la Tgr prova a capire chi siano le autorità competenti al controllo nei porti liguri.

L’Italia ha una delle legislazioni più avanzate al mondo in materia di armamenti. Eppure ci sono delle zone grigie, come dimostra il transito nei porti di Genova e La Spezia di navi saudite cariche di armi, che, secondo associazioni e lavoratori del porto, sono destinate a teatri di guerra. Nella terza e ultima puntata di “Porto d’armi” la Tgr prova a capire chi siano le autorità competenti. Prefettura, capitaneria di porto e Autorità portuale rimandano all’Uama, l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento della Farnesina. Dal ministero degli Esteri fanno però sapere che sul semplice passaggio di armi fuori dallo spazio doganale non hanno voce in capitolo. Un cortocircuito normativo, nonostante una legge, la 185 del 1990, che insieme ai Trattati internazionali vieterebbe il transito di armi verso Paesi che violano i diritti umani.

Nel servizio le interviste a Richi, Collettivo autonomo lavoratori portuali, a Dario Rossi, avvocato Weapon Watch, a Josè Nivoi, Collettivo autonomo lavoratori portuali, a Carlo Tombola, presidente Weapon Watch, e a Mario Sommariva, presidente ​Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale