Strage di Ardea: Regole blande e pochi controlli

Stefano Iannaccone – Fonte: © il Fatto Quotidiano

Nel 2018 e 2019 si contano 19 e 28 omicidi di mafia, mentre 54 e 34 sono quelli avvenuti con armi detenute regolarmente. Associazioni e una parte della politica cercano soluzioni: da controlli più frequenti a regole più stringenti e incrocio delle banche dati fino al monitoraggio costante delle condizioni psico-fisiche di chi detiene il porto d’armi

Una tragedia annunciata per deficit di legislazione sul possesso delle armi. A cui si aggiunge l’impossibilità di incrociare le informazioni sullo stato di salute mentale dei detentori di pistole e fucili. Così di armi, in Italia, si muore. Ad Ardea hanno perso la vita due bambini, David e Daniel, di 8 e 3 anni, e Salvatore Ranieri72 anni, intervenuto per provare a fermare il piano omicida di Andrea Pignani, il 34enne ingegnere informatico autore del triplice omicidio. L’uomo, dopo essersi barricato in casa, si è suicidato.

“È doloroso il ripetersi di storie con il solito tragico copione: un’arma legalmente detenuta da chi, per uno stato di alterazione psichica, è una minaccia per se stesso e per la collettività. Un binomio che troppo spesso esplode in tragedia e che deve essere assolutamente spezzato”, dice a ilfattoquotidiano.it  Gabriella Neri, fondatrice della Onlus Ognivolta che si batte contro la diffusione delle armi. L’impegno è iniziato dopo che nel 2010 suo marito Luca Ceragioli e il collaboratore Jan Hilmer furono assassinati da Paolo Iacconi, ex dipendente della società guidata da Ceragioli. L’uomo possedeva regolarmente un’arma, nonostante avesse problemi psichici. Un déjà vu.

Le stragi di bambini a colpi di arma da fuoco non sono, quindi, una novità. Le cronache raccontano che a novembre del 2020, a Carignano (Torino), Alberto Accastello ha sterminato la famiglia, la moglie, 38 anni, e i figli, due gemelli di 2 anni, prima di togliersi la vita. Ci sono poi gli incidenti, che segnano la vita di intere famiglie. Ad agosto dello scorso anno, un bimbo di 7 anni è morto a Roma a causa di un colpo esploso in maniera involontaria. Il nonno stava pulendo l’arma quando è partito il proiettile che ha centrato il nipote. I dati raccolti dall’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal) di Brescia, raccontano che negli ultimi anni gli omicidi commessi con armi legali superano quelli di tipo mafioso. Nel 2018 e 2019 si contano 19 e 28 omicidi di mafia, mentre 54 e 34 sono quelli avvenuti con armi legali…